martedì 31 marzo 2009

Le foto della seconda installazione artistica del gruppo GrBls








Venerdì 27 marzo il gruppo GrBLs, durante l'inagurazione della mostra del Brustolon, ha dato vita alla seconda installazione artistica dal titolo "La giustizia in gabbia".

Dal volantino
"La Giustizia, opera del Brustolon, viene messa in gabbia nella sua città natale. Condivide la sorte di chi a Belluno cerca spazi di espressione, spazi di libertà. Processi e condanne sono l'unica risposta che arriva da chi tenta di governare la città splendente. Lo scontro estetico tra la prigione e l'opera dello scultore ben rappresenta la sincrasia tra la nostra immagine di città e quella di chi governa con le telecamere e gli sceriffi...
Per noi processi, per loro i vernissage.
E la giustizia?
Noi vogliamo la libertà! Su la testa!"

lunedì 23 marzo 2009

Presidio per un'Altra Belluno. In difesa delle occupazioni di Levego


Sabato 28 Marzo ore 16.00
Piazza Martiri (in caso di pioggia sotto porta Dante) - Belluno -
Live sul Palco
Brest (indie - BL)
Yuri Gagarin's Nachlassverwalter (Post BoyBand - BL)
Piccola orchestra Felix Lalù (Punk da cameretta - TN)




Il 31 marzo si aprirà il processo per le occupazioni di Levego.
5 persone sono state state raggiunte da un decreto penale di condanna: 15 giorni di carcere convertiti in 700 euro di multa per persona.
Questo processo è il tentativo di voler criminalizzare un percorso che da tre anni sta costruendo un nuovo immaginario di libertà e partecipazione per questa città.
Un processo non solo contro il BL.itz, ma contro tutte quelle persone che condividono con noi la volontà di aprire a Belluno spazi di democrazia, spazi di cultura, SPAZI DI LIBERTA'!
Al controllo, alle condanne, rispondiamo costruendo un laboratorio politico a cielo aperto fatto di autoproduzioni culturali e desideri che diventano realtà.
Per questo abbiamo deciso di organizzare un presidio che sarà una festa, l'ennesimo mattone per la costruzione dell'Altra Belluno, quella democratica, antirazzista e antifascista, quella insofferente al controllo sociale dello sceriffo Salmaso.
Un momento per condividere quest'idea di città, per difendere il BL.itz, per la libertà! Su la testa!


vai all'appello in difesa delle occupazioni

sabato 21 marzo 2009

Le foto della prima uscita del gruppo "GrBLs"







Questa mattina (21 marzo) in piazza martiri, a Belluno, il gruppo artistico "GrBLs", acronimo di Giovani Ribelli Bellunesi e figlio illegittimo del gruppo "GaBLs" (giovani artisti bellunesi) a dato vita ad una performance artistica, srotolando uno striscione di 50 metri nel quale erano riportate oltre 400 firme raccolte dal centro sociale BL.itz. Queste firme riguardano la sottoscrizione dell'appello "in difesa delle occupazioni di Levego" nel quale veniva richiesto al sindaco Prade il ritiro delle denunce e il riconoscimento dell'alto valore sociale del gesto. Il 31 marzo inizierà il processo...

Ecco il testo del volantino di presentazione dell'opera

Titolo dell'opera: Belluno Boulevard
Artista: GrBLs

Una passeggiata insieme a tutte quelle persone che insieme a noi difendono gli spazi di libertà. Un'opera per ricordare al sindaco che oltre 400 persone gli hanno chiesto di ritirare le denunce per le occupazioni di Levego, 400 nomi per chiedere il riconoscimento dell'alto valore sociale del gesto.
Nella città dei GaBLs, di Tiziano, di Brustolon, sceglamo un BL.itz artistico, per smascherare chi come Prade e Gidoni, un giorno difende la libertà di espressione, mentre il giorno prima firma le denunce verso chi alla libertà di espressione a dato casa e ospitalità.
Noi stiamo con gli artisti, mai con i censori. E tu, dove stai?

articolo corriere delle alpi
Il BL.itz usa l'arte per chiedere la libertà


domenica 15 febbraio 2009

Comunicato stampa in risposta alla Lega


Dall'esilio in Nevegal

Cari Gidoni, Bottacin e leghisti tutti, avremmo potuto controbattere alle vostre dichiarazioni sul giornale dicendo che sono delle falsità gravi, molto gravi. Ma non lo faremo, perché oltre ad esserlo, sono talmente enormi le balle che puzzano di ridicolo, per cui grazie di averci fatto ridere di nuovo. Per questo preferiamo rispondervi con ironia, consapevoli che sarà una risata (che è sempre meglio del letame!) a seppellirvi. Per questo vi diciamo che avete ragione: siamo pericolosi, anzi siamo dei sovversivi. Abbiamo tre carri armati pronti ad invadere Fiammoi, una spia in un ufficio tecnico del comune di Belluno, da buoni federalisti stiamo istituendo una dogana a Cavarzano e per finanziarci contrabbandiamo ciaspole a Gela (tra l'altro con scarsi risultati... non abbiamo ancora capito il perché...). Per fortuna gente grigia come voi non ci toglie la voglia di ridere.

BL.itz

sabato 14 febbraio 2009

Le ronde scappano al bombardamento dei coriandoli!


Ieri sera verso le ore 23:00 siamo partiti dal centro sociale per andare a bloccare le ronde muniti delle nostre pericolose armi: coriandoli, trombette, schiuma di carnevale.
Arrivati a Lentiai verso 23:30 al meeting point preannunciato dai leghisti sui giornali, non si è vista anima viva. A quel punto ci siamo mossi per cercarli lunga la strada della sinistra piave. Arrivati in piazza a Mel abbiamo trovato questo scenario: una decina di persone con le pettorine "Sicurezza Valbelluna" che si fotografavano tra loro... questo per far capire la dimensione pagliaccesca della situazone. Siamo scesi dalle macchine per raggiungerli allo scopo di bombardarli di coriandoli, quando una quindicina di uomini delle forze dell'ordine in borghese ci sono venute incontro. A quel punto uno, di loro che non si era identificato, con un gesto spropositato rispetto alla situazione (che non era altro che una carnevalata) a colpito con una ginocchiata uno di noi. Siamo rimasti, noi stessi, esterefatti dall'accaduto. Nel frattempo le ronde padane si sono dileguate dalla piazza.
Siamo risaliti in macchina e da quel momento è iniziato lo spettacolo: "Chi cerca cosa?.
Le ronde che cercavano il nulla ( vi possiamo garantire che abbiamo girato a lungo e in tutta la sinistra piave, a parte i metronotte, non c'era anima viva...), noi che cercavamo le ronde, le forze dell'dis-ordine che cercavano noi e i giornalisti che cercavano tutti...

Questo è quanto è accaduto.
Ma a parte questo, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi il livello di buffonaggine delle ronde di ieri sera.
Questo, però, non può nascondere la pericolosità dell'istituzionalizzazione della polizia di partito.
Dalla nostra siamo convinti che chi come la Lega ha fatto del razzismo e della xenofobia la sua bandiera vada fermato, per cui continueremo nelle contro-ronde!
il carnevale è appena cominciato....
Noi, che non abbiamo paura usiamo l'ironia!


BL.itz

lunedì 9 febbraio 2009

Stop ai razzisti - Stop alle ronde padane


PER UN COORDINAMENTO TERRITORIALE CONTRO LE RONDE PADANE

In questi giorni la cronaca locale ha portato alla ribalta il ritorno delle ronde padane dopo la loro istituzionalizzazione attraverso il nuovo pacchetto sicurezza.
La lega sta portando avanti una politica esplicitamente fondata su misure segregazioniste e razziste.
Un partito che non rappresenta più un elemento di rottura istituzionale, ma che oggi si fa stato e che mette in campo tutto il suo portato xenofobo. Sono finiti i tempi di "Roma Ladrona!" e dei raduni di Pontida, oggi si fa partito ultranazionalista e ariano. In questo momento è il punto più avanzato delle nuove destre in questo paese e attraverso lo strumento delle ronde si sta organizzando a esercitare un controllo sociale capillare e ideologico, contro ogni stile di vita difforme e facendo degli immigrati un bersaglio da colpire senza problema alcuno.
La dimostrazione sta nel fatto che ci sia la volontà di declinare queste pratiche anche in un territorio come quello bellunese che non ha nessun problema reale di sicurezza come dimostrano i dati presentati dalle stesse forze dell'ordine, che dichiarano apertamente la non necessità delle ronde.
Si sta aprendo uno scenario tutt'altro che rassicurante, esplicitamente espresso dallo stesso ministro Maroni: "E' impossibile coniugare sicurezza e libertà". E' proprio questo il punto: siamo di fronte ad un'attacco sempre più generalizzato alle nostre libertà.

Di fronte a tutto questo non si può più rimanere indifferenti!
Crediamo sia necessario fermare queste derive sul nascere per questo abbiamo pensato di creare un coordinamento territoriale contro le ronde padane che in breve tempo si organizzi per esprimere il dissenso di questo territorio verso ogni forma di intolleranza.

Per informazioni e contatti:
csablitz@libero.it
o più semplicemente passa a trovarci al BL.itz in via mezzaterra 56 Belluno

mercoledì 28 gennaio 2009


E’ in corso al Senato la discussione del “Pacchetto sicurezza” (DdL 733), che provocherà una grande trasformazione del quadro normativo italiano, già fortemente repressivo e discrezionale nel suo impianto. Le norme contenute nel Pacchetto, infatti, prevedono una politica esplicitamente fondata su misure segregazioniste e razziste per le persone migranti, con o senza permesso di soggiorno, le prime ad essere additate come figure pericolose e causa di “allarme sociale”, e su nuove ed ancora più drastiche misure repressive contro chiunque produca conflitto e non rientri dentro le strette maglie del controllo.

Questo è solo l’ultimo passo di un disegno politico che, attraverso una serie di leggi, ha portato ad crescente restringimento delle libertà di tutte e tutti, tramite la criminalizzazione del dissenso e degli stili di vita.

Dietro la loro sicurezza si nasconde la volontà di non affrontare la precarietà di vita che coinvolge tutte e tutti noi: il razzismo e la paura vengono usati per farci rassegnare a queste condizioni e farci restare chiuse e chiusi in casa e nei nostri luoghi di lavoro. Usare il razzismo e la paura come strumento di pacificazione sociale ha portato alla proposta di legalizzare le ronde dirette a reprimere i comportamenti giudicati “non conformi” ed alla reintroduzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale.

L’obbligo di dimostrare l’idoneità alloggiativa per ottenere l’iscrizione anagrafica colpisce migranti, senzatetto, occupanti di casa e chiunque non possa permettersi un’abitazione “idonea”. Le norme anti-graffito e l’inasprimento delle norme per il reato di danneggiamento, colpiscono tutti i cittadini e le cittadine che non si adeguano alla retorica del “decoro urbano”.

Ma le norme del pacchetto sicurezza colpiscono in primo luogo le persone migranti. Se il pacchetto sarà approvato, chi è senza permesso di soggiorno rischia di essere denunciato dal medico se va al Pronto Soccorso, non potrà più riconoscere i figli e le figlie, sposarsi ed inviare i soldi a casa. Il Ddl introduce inoltre: la detenzione nei CIE (ex CPT) fino a 18 mesi; una tassa sempre più alta per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno; controlli ancora più stretti per acquisire la cittadinanza; il reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato.

Questo delirio securitario esplode mentre i governi decidono di sostenere le aziende e le banche in difficoltà, invece di pensare a nuove poltiche sociali di sostegno alla cittadinanza colpita dalla crisi. Scaricando, tra l’altro, tutto il lavoro di cura sulle donne: in quest’ottica, l’unica immigrazione che sembra piacere è quella delle “badanti”. Ai sindaci ed ai prefetti sceriffo si attribuiscono nuovi poteri, mentre il Ddl Carfagna criminalizza e stigmatizza le persone prostituite, imponendo norme di comportamento a tutte e tutti. La loro soluzione alla crisi è il governo della paura. La risposta, in Italia come in Europa, da Milano a Castelvolturno, da Atene a Malmöe…è stata un grido di rabbia e libertà:

Non accettiamo la società del razzismo, dello sfruttamento e del controllo!

Crediamo sia importante continuare a stare in piazza oggi per rifiutare questo stati di cose e rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione.

Contro il Pacchetto sicurezza e il modello di società che propone.

Per l’abolizione immediata della legge Bossi-Fini, perché perdere il lavoro a causa della crisi rappresenta per le persone migranti una condanna alla clandestinità.

Per la regolarizzazione di tutte e tutti.

Contro il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, dispositivo di controllo che imprigiona le persone migranti e rende precaria la vita di tutte e tutti.

Contro la criminalizzazione di chi fugge da guerre e persecuzioni.

Contro le classi separate per i bambini e le bambine stranier@.

Contro la militarizzazione dei confini, delle città e delle strade.

Contro l’ansia e la paura in cui vorrebbero farci vivere.

Per ripensare insieme un’idea di cittadinanza che garantisca a tutt@ i diritti fondamentali e la libertà di scelta e di movimento…

Sabato 31 gennaio corteo cittadino a Roma appuntamento alle 14:30 in Piazza di Porta Maggiore

Il percorso autorganizzato di costruzione delle mobilitazioni ha visto la crescente partecipazione di numerose realtà: dai e dalle migranti di Castelvolturno, agli studenti ed alle studentesse, alle scuole in mobilitazione, ai movimenti di donne, femministe e lesbiche, ai comitati di cittadini e cittadine, di lavoratori e lavoratrici, ad artiste ed artisti, ai/alle rifugiat@ ed ai/alle richiedenti asilo.

Invitiamo tutte e tutti a partecipare, a moltiplicare le iniziative anche nelle altre città e a coordinarci per dare più voce alla nostra rabbia.

Noi non abbiamo paura!

Rete contro il pacchetto sicurezza

per info e adesioni: pacchettosicurezza@anche.no

sabato 8 novembre 2008

Sottoscrivi l'appello

CLICCA QUI PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO

APPELLO PUBBLICO IN DIFESA DELLE OCCUPAZIONI DI LEVEGO
Occupazioni di Levego: una vicenda ancora aperta

Il 14 agosto sono state notificate a cinque persone i primi DECRETI PENALI DI CONDANNA relativi alla seconda occupazione delle ex scuole comunali di Levego. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Belluno Antonella Coniglio Giuliana, su richiesta del PM Roberta Gallego, condanna per occupazione abusiva ciascuono alla pena di 700 euro (15 giorni di carcere convertiti in 570 euro + 130 euro di multa).

PREMESSO che:

• riteniamo ingiusto che vengano addossate a cinque persone le responsabilità del gesto, quando l’esperieza è stata attraversata e condivisa da centinaia di persone che hanno contribuito attivamente alla promozione delle istanze sociali di cui si faceva carico l’occupazione di Levego;

• rivendichiamo tutt’ora le motivazioni che ci hanno spinto a riaprire uno stabile pubblico abbandonato da diversi anni, dalla necessità di proporre nuovi spazi di socialità e aggregazione, alla possibilità di sperimentare nuove forme di gestione del bene comune;

• la decisione di occupare proprio a Levego nasceva anche dall’esigenza di riportare al centro del dibattito politico bellunese i problemi di un quartiere che, come è stato ammesso dallo stesso sindaco Prade, “da anni sappiamo essere carente di spazi e di servizi”;


• le occupazioni hanno portato al riconoscimento pubblico della necessità di restituire al quartire la scuola riconvertendola ad un luogo di servizi, obbligando il comune a stanziare a bilancio i primi 50.000 euro per la ristrutturazione dello stabile;

• la responsabilità politica di queste prime condanne è da attribuire alla giunta Prade che si è rifiutata di cogliere la richezza sociale di quell’esperienza trasformandola in una questione di ordine pubblico, dalle denunce iniziali, allo sgombero coatto con la celere, fino alla vergognosa muratura dello stabile.

CHIEDIAMO che:

• la giunta Prade riconosca l’alto valore sociale delle occupazioni ritirando le denunce;

• entro il primo semestre del 2009 inizino i lavori di ristrutturazione dello stabile.

mercoledì 8 ottobre 2008

Levego un anno dopo: 50.000 euro di menzogne


Questo pomeriggio (mercoledì 10 ottobre) verso le ore 18 siamo entrati nel cortile della ex scuola elementare di Levego per appendere uno striscione con scritto: "Levego un anno dopo: 50.000 euro di menzogne".

Il nostro obiettivo era quello di rendere chiare quelle che sono state le menzogne del sindaco Prade sulla questione del quartiere di Levego e in special modo sulla sua promessa di riapertura dello stabile che l'anno scorso abbiamo occupato.

Il 15 febbraio il sindaco Prade dichiara sul corriere delle alpi:
«Avevo promesso che l’ex scuola di Levego sarebbe stata riaperta e restituita alla frazione. Ora la promessa è stata mantenuta».

...e aggiunge...

“Ora - continua il Sindaco - sono stati stanziati a bilancio circa 50.000 euro che serviranno per rendere l’edificio fruibile dagli abitanti della frazione, che da anni sappiamo essere carente di spazi e di servizi.”

Martedì 23 settembre abbiamo un incontro con il sindaco nel quale è stato costretto ad ammettere che dal bilancio comunale sono stati tolti i 50.000 euro.

Dal corriere delle alpi del 24 settembre:
“I soldi per sistemare la scuola di Levego non ci sono e l’intervento non è nemmeno tra le priorità. Lo ha confessato ieri mattina il sindaco Antonio Prade”

Ma non finisce qui…. Dal corriere delle alpi del 1 0ttobre:
Prade, dal canto suo, ha confermato di volere prendere in esame la questione: «Daremo delle risposte, innanzitutto con il recupero della scuola elementare di Levego»

Che pensare?
Noi pensiamo che questa breve cronologia dimostri, meglio di tante parole, le menzogne di cui sono capaci un sindaco e la sua giunta pur di non ammettere i fallimenti rispetto le promesse che hanno preso verso i cittadini.
Noi come un anno fa non vogliamo rappresentare nessuno, ma pensiamo che qualsiasi istanza sociale che riguardi dei beni comuni come una scuola pubblica abbandonata o un quartiere dimenticato a se stesso, debbano essere battaglie di tutti.

Infine, ci piacerebbe sapere il parere del comitato cittadino di Levego e Sagrogna, tanto “attento” l’anno scorso a criticarci sui giornali durante le occupazioni, quanto nel non prendere posizione sulle menzogne della giunta durante tutti questi mesi..
Perché?
Noi, dalla nostra, non perderemo mai di vista questa battaglia. A presto…



venerdì 26 settembre 2008

«A Levego ogni promessa disattesa»


BELLUNO. I soldi per sistemare la scuola di Levego non ci sono e l’intervento non è nemmeno tra le priorità. Lo ha confessato ieri mattina il sindaco Antonio Prade ai tre esponenti del centro sociale BL.itz che sono stati ricevuti a palazzo Rosso. «Solo sette mesi fa il sindaco aveva dichiarato a tutti che la promessa era stata mantenuta, e invece da ieri sappiamo che non è più così». «In un discorso il primo cittadino aveva detto che erano stati trovati 50 mila euro per sistemare la scuola e che i lavori sull’edificio erano una priorità», dicono i ragazzi del centro sociale. «Adesso, invece, ci viene a dire che i soldi non ci sono e che la scuola non è più una priorità. A questo punto, di fronte a chi non ha mantenuto le promesse, noi continuiamo sulla nostra strada. Se entro il 2009 non partiranno i lavori nella frazione, la questione sarà riaperta». Insieme al primo cittadino, ieri mattina, anche l’assessore Paolo Gamba. Il quale ha proposto ai ragazzi di partecipare al tavolo consultivo per la stesura del Pat, «ventilando la possibilità che, in questo modo, la denuncia nei nostri confronti per i fatti dell’anno scorso a Levego avrebbe potuto essere anche ritirata», precisano gli esponenti del centro sociale, che sulla proposta hanno riunito nel pomeriggio una riunione. «Alla fine», annunciano i giovani, «abbiamo deciso di non accettarla. Crediamo che sarebbe alquanto opportunistico da parte nostra partecipare al tavolo con queste premesse. O l’amministrazione mette in discussione certe scelte, oppure non possiamo sederci al tavolo. Se il sindaco intende ritirare la querela contro di noi, lo deve fare, non perchè partecipiamo al Pat, ma perchè lo vuole. Questo rifiuto da parte nostra», tengono a precisare i ragazzi del centro sociale, «non significa, però, che non ci interesseremo comunque alla vicenda, anzi noi saremo sempre attenti a quanto succede in città». Un incontro, quello di ieri, durato oltre un’ora e mezza: «Ci sono voluti soltanto tre quarti d’ora per strappare al sindaco la verità sulle intenzioni della giunta su Levego», precisano i ragazzai del BL.itz. «Abbiamo anche segnalato al primo cittadino due fatti inquietanti capitati proprio durante la manifestazione “Sport in piazza” nel week end scorso». I ragazzi si sarebbero accorti, infatti, che era presente anche uno stand di skinheads in tenuta nera che distribuivano adesivi a chi passava. «E poi durante l’incontro previsto dall’assessore alle politiche giovanili Marco Da Rin Zanco con tutte le associazioni per parlare del bando regionale sui progetti giovanili, c’erano anche due associazioni costituite da esponenti neofascisti. Non ci sembrava il caso, come abbiamo fatto presente al sindaco, di dare legittimità a questo tipo di associazioni. Il sindaco non ne sapeva nulla e ha detto che si informerà». (p.d.a.)

il Corriere delle Alpi — 24 settembre 2008

mercoledì 17 settembre 2008

Ora basta! E' Emergenza Democratica!

Lunedi' 15 settembre verso le ore 19 abbiamo fatto irruzione in cosiglio comunale, con le catene ai polsi e il bavaglio alla bocca. E' la prima azione in risposta alle condanne per le occupazioni di Levego. Siamo rimasti in aula  per oltre un'ora dalla conclusione del consiglio comunale finché siamo riusciti ad ottenere un incontro col sindaco per martedi' mattina. Prade dovrà rispondere pubblicamente a due questioni: dove sono finiti i 50.000 euro stanziati per la ristrutturazione delle ex scuole elementari di Levego e sul  ritiraro delle denuce riconoscendo "l'alto valore sociale del gesto". All'oggi, il sindaco sta tradendo le promesse che si è assunto pubblicamente nei confronti di quelle frazioni e sta delegando alle forze dell'ordine e alla magistratura ogni questione sociale che solleviamo.

A seguire il testo del volantino dell'iniziativa 

Ora basta! E' emergenza democratica! Siamo costretti a reagire di fronte alla recenti dichiarazioni del sindaco, che ha espresso la volontà di non voler togliere le denunce per l'occupazione di Levego. Sono dichiarazioni che consideriamo provocatorie, perchè, vergognosamente, si è rifiutato di rispondere alle questioni che ponevamo: riconoscimento politico delle occupazioni come "gesto di alto valore sociale" e inizio dei lavori di ristrutturazione delle scuole. Le sue dichiarazioni confermano nuovamente la sua volontà di delegarle a questioni di ordine pubblico (sgombero coatto prima) o giudiziario (mantenedo le denunce poi). Consideriamo altrettanto provocatoria la decisione di questa giunta di voler piazzare ben due telecamere nella via dove risiede il centro sociale BL.itz. E' chiaro che c'è la volontà di aumentare il livello del controllo nei nostri confronti, anche perché in via mezzaterra, oltre a qualche negozio chiuso, noi, una pantegana avvistata dieci giorni fa, non c'è molto altro da controllare. Forse le telecamere dovrebbero essere piazzate all'interno della caserma dei vigili comunali dove ultimamente succedono cose strane.... Purtroppo non c'è più molto da scherzare. Con la scusa della sicurezza si stanno colpendo tutte le persone che esprimono la non-conformità, sia essa politica, estetica, di vita.

Purtroppo per loro non riusciranno a metterci il bavaglio! Le giunte comunali passano, i movimenti restano! Per questo oggi non ce ne andremo da questo consiglio comunale, finché il sindaco non si assumerà le responsabilità del suo ruolo: vogliamo, oggi stesso, un incontro in presenza dei giornalisti nel quale esprima con chiarezza la sua posizione soprattutto a riguardo dei 50.000 euro stanziati a bilancio per i lavori di ristrutturazione della scuola non ancora iniziati. Strano, visto che a murarla sono stati velocissimi!!!!!

Rassegna Stampa

Corriere delle Alpi

Comunicato di solidarietà dal Gruppo musicale di Costalta


Cari amici di Bliz, vi scrivo per esprimere tutta la mia solidarietà e quella del Gruppo musicale di Costalta, per l'assurda ed ingiusta situazione in cui si sono venuti a trovare alcuni di voi, con una condanna penale per una "occupazione" di uno stabile abbandonato e dimenticato dal Comune di Belluno.
La vostra vicenda è molto simile a quanto abbiamo vissuto noi a Costalta, cacciati dalla nostra sede "Ceda dal Comitato" dal sindaco di San Pietro di Cadore, in accordo col vescovo di Belluno, perchè in quello stabile c'è anche la canonica, e quindi ai due gerarchi interessava avere uno spazio vuoto e silente, anzichè un luogo di incontro per ragazzi e giovani e per l'elaborazione di cultura e critica fatta dal nostro gruppo.
La vostra lotta contro il potere arrogante di un Comune che ha dimostrato ormai in più occasioni di non avere attenzione verso le sue zone di periferia e verso le persone marginali, e contro l'insensibilità di un altro potere, la magistratura, che giudica in maniera fredda e asettica, ci fa essere al vostro fianco, sapendo di stare dalla parte della giustizia e della libertà VERE.
Continuate a lottare e continuiamo a mantenere vivi i nostri ideali!

Lucio Eicher Clere, presidente del Gruppo musicale di Costalta

giovedì 11 settembre 2008


FIRMA L'APPELLO - clicca qui

Hanno già sottoscritto l'appello:

Stefano Tassinari (scrittore), Sergio Reolon (presidente della provincia di Belluno), Sandro Buzzatti (attore), Perale Marco (consigliere comunale), Barbieri Moreno (segretario provinciale verdi), Calia Claudio (fumettista), Sovilla Francesco (Fotografo), Gracis Matteo (Redattore Giornale Dolce Vita), Paride Danieli (segretario provinciale verdi treviso), Valerio Tabacchi (coordinatore provinciale PD), Costa Mirco (IDV), Fiorot Moira (segretario privinciale rifondazione comunista), Tormen Loris (attore), Meloni Patrizia (presidente Arci provinciale), BomChilom sound (Padova), Salton Nelso (musicista), De Col Ermano (ex sindaco di belluno), Maschio Evans, Brugè Ale, Viezzer Max, Sandoni Chiara, Fant Massimo, Danieli Luca, Schenal Giacomo, Da Rold Pietro, Santin Francesco, Zovi Giuseppe, D'Incà Marco, Padovani Mario, Dazzi Beatrice, Mansi Veronica, Sommacl Jenny, Fregona Veronica, Cervo Alessandra, Loddo Giovanni, Perillo Renato, Urbani Ermanno, Marchetti Marco, Notarangelo Devid, Carbone Antonio, Cason Mattia, Panciera Tiziano, Sarto Alessandra, Tomè Mario, Lavina Daniele, Dell'Eva Roberto, De March Valentina, Colomba Fran, Nessenzia Valentina, Trevisson Federica, Bettega Loreno, Paola Savaris, De Bona Lucia, Favero Andrea, Da Rugna Anna Maria, Di Mario Francesco, Smaniotto Mariangela, Loiacono Chiara, Bortoluzzi Marco, Della Pietà Viviana, Faoro Pietro, Faoro Stefano, Galtarossa Massimiliano, Tait Lorenzo, Cadorin Giovanni, Spada Jacopo, Zanon Andrea, Zanghì Antonio, Gianni Cristiana, Ardizzi Matteo, Della Vecchia Federico, Stragà Davide, Gris Andrea, Balzan Simone, Vieceli Simone, Sperandio Ilaria, Marini Giovanni, Pante Laura, Furla Cecilia, Balzan Olga Rosa, Tenenti Giancarlo, Caselli Stefano, Bendi Eleonora, Mares Violetta, Andreotti Paola, Acciaio Francesca, Vedana Marta, Cason Luciano, Castiglia Ilenia, Manolli Stefano, Reolon Andrea, Dal Borgo Chiara, Collazuol Diego, Collazuol Mario, Garbellotto Maria, Loiacono Micaela, Lucchetta Chiara, Paniz Francesca, Gazzi Alice, Marcis Ilaria, Schifo Matteo, De Biasi Fernanda, Barlò Mirko, Tacca Elena, Forato Eleonora, Levanto Davide Zanella Tommaso, Reolon Valentina, Dal Pont Valentina, De Donà Stefano, Samgiovanni Roberto, Seravelli Mario, Seravelli Paolo, Masoch Riccardo, De Salvador Stefania, Assmann Sabrina, Stiz Andrea, Povia Alberto, Bogo Lorenzo, Casagrande Laura, Palma Alessio, Paulon Nico, Andrighetti Valentina, Fontana Diego, Funes Elena, Soffiantini Marco, Del Vesco Laura, Dus Alessandro, Azimetovic Valentino, Buzi Simone, Gris Alvise, Zampieri Giovanni, De Pellegrin Alessandro, Trivellotto Luca, Dal Pont Eros, Foppa Emanuele, De Pellegrin Beatrice, Zimmermann Chloè, Brazzit Alice, Mussato Nadia, Afra Lenzi, Rambaldi Thayde, D'Amico Marco, Dazzo Barbara, Pentrelli Giovanni, Barbieri Andrea, Angherà Marta, Masoch Francesca, De Basio Giulia, Vieceli Marianne, Colonna Clodomiro, Vaccaro Silvia, Cortina Vanessa, De Battista Romina, Ugo Rossi, De Toffol Diego, Mario Massimiliano, Mario Andrea, Cosetta Serafini, Nicola Vendraminetto, Marta Carraro, Margherita Carraro, Paola Vigiak, Filippo Vendraminetto, Michela Mazzorana, Tessarolo Giovanni, Masoch Daniele, Lucio Eicher Clere, Aurelio Cundari, Tatananni Luca, Molin Daniel, Bee Deborah, Dalla Sega Laura, Pin Elena, Boranga Lucia, Mattia Rudi, Massimiliano Ruffini, Padovani Luciano, Pellegrini Annalia, Talamini Fabio, Norese Paolo, David Sara, Segat Andrea, Kaur Kulwinder, Miotto Donatella, Strazzer Marianna, Pezzolla Francesco, Canova Giorgio, Roman Dario, Eleonora Andrighetti, Comin Luca, Salvador Teseo, Fardin Mario, Lorenzet Martia, De Martin Diego, Smali Matteo, De Diana Maria, Claudia Rocco, Patrik Mella, Diego Mella, Massimiliano Xaiz, Cadorn Simone, Vedana Marta, Bortolon Maurizio, Petazzi Elisa, Dorotei Drusilla, Sanavio Filippo, Marino Mario, Menegotto Antonio, Tamburlin Igor, Balcon Matteo, Fiscato Ennille, Bettio Michele, Mauro Somvilla, Tollardo Emanuele, Dal Pont Sara, Dasetto Anna, Castellano Viola, Zucco Davide Zampieri Marco, Cocuzza Elena, Lucchet Paola, Mezzomo Donatella, Lusa Matteo, Sogne Fabio, Dal Farra Eleonora, Capovilla Anna, Savi Luigina, Ferla Sabina, Roccon Alba, Cadamuro Stefano, Ivonka Petryna, Elena Franovetska, Longe Domingo, Teza Andrea, Barattin Erika, Chiesura Chiara, Dal Mas Giovanni, Tosato Massimo, Gottardo Pamela, Malesardi Fabiano, Sommacal Marco, Xaiz Andrea, Doro Patrik, Cassol Michele, Vieceli Rudy, Losso Adriana, De Battista Michela, Casale Melania, Refosco Michela, Paganessi Valentina, Cicuto Silvia, Stecca Filippo, Filippo Caporale, Ferrara Riccardo, Colombara Teresa, Valentina Antoniol, Enrico Zulian, Alex Favaretto, Valentina Corsini, Da Re Federica, Nigro Biagio, Stefano Carbone, Alice De Giorgi, Franco Marta, Curca Eugen, Bordean Benjamin, Papa Vladimir, Cogucar Igor, Ferri Arianna, Simone Forcellin, Sonia Sovilla, Bramante Salvatore, Penoni Francesca, Federico Paganin, Guido Lettieri, Nicola Camuffo, Zoldan Daniele, Formisano Grabriele, Bortoluzzi Emanuele, Merlin Alberto, Da Rold Denise, Brazzit Alice, Reolon Valentina, Troi Davide, Pierobon Isabella, Andrea Costantini, Fabio De Bastiani, Del Favero Giulia, Perin Fabiana, Ilaria Cristofaro, Reveane Marco, Mezzavilla Elisa, Francesca Bortot, Bergamasco Davide, Piol Diana, Resenterra Mario, Papes Alessandro, Nardin Michele, Franca Dara, Zambelli Ivan, Marco Bonutto, Gilles Pagnussat, Vettorel Luca, Scopel Gabriele, Simone Palma, Fabrizio Nora, Buzi Simone, Pasa Stefano, Dal Pont Eros, Orzes Francesco, Cassol Jacopo, Giacomo Schenal, Tibolla Maria, Susanna Del Favero, Segat Alex, Brigo Alessandra, De Martin Lara, De Bona Gianna, Molin Viviana, Tea De Lotto, Paganin Sally, Arnost David, Valmassoi Luca, Barzon Furio, Illari Salvadori, Del Favero Lorenza, Elis De Menego, Fabio Del Favero, Valentina Olivotto, Conedera Vania, Di Modugno Michela, Vallata Mery, Pallua Martina, Crepaz Michele, Vassily Mangheras, Redolfi Barbara, Bonfanti Giorgia, Boso Isabella, Caviola Marta, Sasso Giuliana, Gallon Mariantonetta, Maschio Eva, Marta Giulia, Cervo Federica, De Zaiacomo Alessandra, Monica Stalliviere, Mariagiulia Dal Farra, Boso Valerio, Spagnolli Silvia, Sacchet Sophia, Bonfanti Giuseppe, Jola Aafiri, Mattiazzi Cosetta, Mazzucco Natale, Grandelis Naike, Balzan Giorgia, Della Vedova Anna, Da Rolt Sara, Tormen Kim, Zallot Giulia, Amendola Olga, Merlin Claudia, Sbardellotto Martina, Reolon Michela, Dal Piva Serena, Soppelsa Claudia, Claudio Michelazzi, Mariella Randazzo, Antonella Randazzo, De Biasi Fiorella, Chierzi Silvia, Marchetti Patrizia, Claudio Palazzo, Santin Lucio, Vidalino Alessandro, Casanova Omar, Pison Fabrizio, Citterio Giulia, Pitton Eliana, Gasperin Laura, Negro Maria Elisa, Carla Trabucco, Cristina Gianni, Pellegrini Annalia, Salvador Stefano, Augusto Gamba, Agnoletto Matteo, Corso Stephanie, Sommacal Marco, Gualtieri Luca, Dorigo Sabrina, Giordano Perin, Angelo Bellis, Chessa Giulia, Claudia Marcolini, Geneletti Rocky, Oscar De Cet, Federico Francescato, Casanova Yuri, Gasperin Laura, Luca Vettorel, Andrea Borsetto, Daniele Cavallaro, Paolo Rando, Alfredo Cavallaro, De Bona Virgil, Alessio Crescimone, Gruppo Natura Lentiai, Alfonso Lentini, Anna Tollot, De Bona Erika, Gasperi Enrico, De Bon Francesco, Della Colletta Nicola, Faoro Massimo, De Nardin Dimitri, Paola Lucchet, Scantamburlo Omar

Belluno: il vero volto delle politiche sicuritarie

In questi giorni sono stati notificati i primi cinque decreti penali di condanna per la seconda occupazione delle ex scuole elementari del quartiere di Levego (BL). Cinque compagni sono stati condannati a 15 giorni di carcere convertiti in 700 € di multa per un totale di 3500 €.
La condanna è sostenuta dalla denuncia presentata dalla giunta di centro destra, che attraverso lo sgombero coatto dell’occupazione e della successiva muratura dello stabile aveva inagurato la campagna sicuritaria tuttora in atto. 
Da quel momento vi è stata un’escalation di provvedimenti: dalle panchine antisdraio, all’ordinanza per il decoro pubblico contro i senza tetto e i mendicanti, dalle telecamere all’assunzione del nuovo comandante dei vigili urbani Salmaso (ex vice sceriffo nella Treviso di Gentilini). 
A più di un anno dall’occupazione, ci ritroviamo con un’amministrazione comunale che da una parte non è stata in grado di affrontare le problematiche che abbiamo sollevato: nuove politiche abitative, questione degli spazi sociali, politiche di riduzione del danno e tutela del territorio. Dall’altra si continua a tagliare i fondi alle politiche sociali per finanziare la campagna “Tolleranza Zero” lanciata dall’assessore con delega alla sicurezza Carbogno di alleanza nazionale, che sta producendo un clima d’intolleranza nei confronti dei soggetti più deboli. Ultimo, ma soltanto in termini di tempo, il vergognoso pestaggio di un giovane brasiliano all’interno della caserma dei vigili urbani, nel quale è rimasto coinvolto anche il comandante Salmaso. 
Emerge con sempre più chiarezza il disegno politico di questa giunta, ovvero il tentativo di trasformare ogni contraddizione sociale, ogni anomalia in questione d’ordine pubblico da reprimere. 
E’ su questa linea che vanno lette le ultime dichiarazioni pubbliche del sindaco Prade in difesa delle condanne contro di noi e della sua volontà di installare due nuove telecamere nella via del centro storico dove a sede il nuovo spazio sociale BL.itz. Un ennesimo attacco nei nostri confronti, ad un percorso che si sta legittimando in città e che rappresenta un’increspatura all’interno del loro progetto sicuritario di trasformare Belluno in una città liscia e sterilizzata.
Noi, dalla nostra, continueremo a ridisegnare nuovi confini nella gestione del bene comune, consapevoli del fatto che non sempre combaceranno con i limiti della loro legalità. 

Centro Sociale BL.itz

lunedì 1 settembre 2008

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Le occupazioni di Levego hanno rappresentato la nascita del percorso del BL.itz, capitalizzando il lavoro di un anno nel quale siamo riusciti a costruire un collettivo che fino a quel momento si era dato voce attraverso una serie di iniziative politiche che rientravano nel progetto "Un programma fuori dal comune". Si trattava di un programma che aveva lo scopo di porre al centro dell'avvilente dibattito pre elettorale (le ultime elezioni amministrative del comune di belluno) alcune istanze di carattere sociale come il diritto alla casa, alla mobilità, a progetti di riduzione del danno, alla necessità di nuovi spazi di socialità e aggregazione.
Senza quelle occupazioni non sarebbe mai nato il collettivo BL.itz! Cioè non sarebbe mai nata questa esperienza che da più parti a riscontrato consensi e che ha suscitato interesse sia per i temi e i progetti che stiamo portando avanti, sia per l'anomalia che rappresentiamo all'interno del deserto politico bellunese.

Senza quelle occupazioni non sarebbe nemmeno nato il nuovo spazio sociale di via mezzaterra in centro storico a Belluno. Luogo che non solo ha lo scopo di dar voce alle lotte sociali di questo territorio, ma sta dando ospitalità a tutte quelle espressioni artistiche del panorama culturale underground bellunese che fino a questo momento non trovavano una casa.

Le cinque condanne rappresentano il primo attacco a tutto questo percorso, a tutto questo lavoro e impegno, che oramai va avanti da quasi due anni.

Per difendere tutto questo, per difendere il BL.itz, chiediamo ai movimenti, alle associazioni, ai comitati, agli artisti e più semplicemente a tutti coloro che riconoscono l'importanza di ciò che è stato fatto di sottoscrivere l'appello pubblico che segue.

sabato 30 agosto 2008

Appello pubblico da sottoscrivere


Occupazioni di Levego: una vicenda ancora aperta

Il 14 agosto sono state notificate a cinque persone i primi DECRETI PENALI DI CONDANNA relativi alla seconda occupazione delle ex scuole comunali di Levego. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Belluno Antonella Coniglio Giuliana, su richiesta del PM Roberta Gallego, condanna per occupazione abusiva ciascuono alla pena di 700 euro (15 giorni di carcere convertiti in 570 euro + 130 euro di multa).

PREMESSO che:

• riteniamo ingiusto che vengano addossate a cinque persone le responsabilità del gesto, quando l’esperieza è stata attraversata e condivisa da centinaia di persone che hanno contribuito attivamente alla promozione delle istanze sociali di cui si faceva carico l’occupazione di Levego;

• rivendichiamo tutt’ora le motivazioni che ci hanno spinto a riaprire uno stabile pubblico abbandonato da diversi anni, dalla necessità di proporre nuovi spazi di socialità e aggregazione, alla possibilità di sperimentare nuove forme di gestione del bene comune;

• la decisione di occupare proprio a Levego nasceva anche dall’esigenza di riportare al centro del dibattito politico bellunese i problemi di un quartiere che, come è stato ammesso dallo stesso sindaco Prade, “da anni sappiamo essere carente di spazi e di servizi”;


• le occupazioni hanno portato al riconoscimento pubblico della necessità di restituire al quartire la scuola riconvertendola ad un luogo di servizi, obbligando il comune a stanziare a bilancio i primi 50.000 euro per la ristrutturazione dello stabile;

• la responsabilità politica di queste prime condanne è da attribuire alla giunta Prade che si è rifiutata di cogliere la richezza sociale di quell’esperienza trasformandola in una questione di ordine pubblico, dalle denunce iniziali, allo sgombero coatto con la celere, fino alla vergognosa muratura dello stabile.

CHIEDIAMO che:

• la giunta Prade riconosca l’alto valore sociale delle occupazioni ritirando le denunce;

• entro il primo semestre del 2009 inizino i lavori di ristrutturazione dello stabile.


Per sottoscrivere l'appello puoi lasciare un commento su questo post oppure invia un e-mail a csablitz@libero.it

più semplicemente passa a trovarci al BL.itz in via mezzaterra 56 Belluno